Fecondazione  eterologa e necessità di un rinnovato impegno

Ecco un altro contributo sulla questione delle azioni da intraprendere dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha eliminato il divieto di fecondazione eterologa. Paola Baravelli Pareschi va alla radice della questione: la malvagità della fecondazione artificiale, contraria al disegno di Dio, e l’ingiustizia di una legge che la consente.
Giacomo Rocchi

“Fecondazione eterologa e necessità di un rinnovato impegno”: l’intervento dell’ Arcivescovo Crepaldi del 17/7/2014. Osservazioni.

E’ molto importante quanto scrive l’Arcivescovo S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi sulla situazione pericolosissima che si è creata con l’inquietante sentenza della Corte Costituzionale sulla fecondazione eterologa, ma prima di cercare una risposta alla domanda ‘che fare?’ dobbiamo riflettere guardando a quello che è successo con la legge 40 del 2004 perché rischiamo di ripetere gli stessi errori e piantarci nella ricerca del male minore da difendere, trovandoci così a difendere il male e non il bene, bene che magari alcuni danno per scontato ma che scontato non è e rimane invece nascosto.

Dobbiamo anzitutto tenere separati il piano legislativo dal piano culturale-educativo.

Per quanto riguarda il piano legislativo può accadere che, trovandosi in Parlamento una maggioranza insensibile, se non ostile, alla difesa della vita umana, non si abbiano altre possibilità che difendere un male minore; ma proprio a causa di questi impedimenti sul piano legislativo, dobbiamo conoscere e diffondere sul piano culturale la verità tutta intera, senza se e senza ma.

E qual’è la verità tutta intera?

E’ che la fecondazione artificiale – sia omologa che eterologa – è modo illecito di procreare, perché è contro la verità del nascere, è contro la verità del matrimonio. E’ tecnica disumana perché si sostituisce all’atto sponsale unitivo-generativo della coppia con atti medici compiuti da terze persone. Qui è la radice del male, del peccato gravissimo.

Questo peccato è ribellione al Padre-creatore della vita- col rifiuto di riconoscere la Sua Legge naturale, e così questa radice perversa genera altri peccati: contro il 5° comandamento per i tanti embrioni che muoiono, contro il 6° comandamento per il peccato contro la verità del matrimonio (il Catechismo della Chiesa Cattolica mette la fecondazione artificiale fra i peccati contro il 6° comandamento), e si intravvede anche il peccato contro il 4° comandamento potendosi intendere l’onorare il padre e la madre, oltre al rispetto dovuto ai genitori, anche rispetto per l’atto del generare.

Fra i mali che derivano da questa tecnica di procreazione, vediamo la morte di un grande numero di concepiti (e sono uccisioni – da non potersi paragonare a embrioni che dopo un concepimento naturale può accadere che non si annidano e si perdono – perché sono morti causate dalla tecnica e perciò per colpa dell’uomo); la selezione eugenetica e il congelamento di embrioni che sono pratiche che la legge 40 ha cercato di limitare ma che è impossibile vietare perché connesse alla tecnica. Infatti, si può mai pensare che un Centro voglia fornire al cliente un ‘prodotto’ malformato? E questa è la selezione eugenetica pre-impianto. Per quanto riguarda il congelamento, vi possono sempre essere motivi per cui non è possibile impiantare subito nel corpo della donna gli embrioni che si trovano nelle provette di laboratorio.

E nelle provette crioconservate ci sono figli, ci sono persone umane che, già impossibilitate a crescere e svilupparsi, sono impedite perfino di morire!!! E la situazione di questi embrioni è raccapricciante. E quali conseguenze per quelli che dopo un simile inizio giungessero a nascere? Che cosa ne sappiamo?

Abbiamo poi le probabilità più che raddoppiate, nei bambini concepiti con queste tecniche, di malformazioni, di malattie gravi congenite fin da piccoli … e molto altro ancora.

Come mai tutte queste gravissime motivazioni paiono non essere sufficienti a destare un deciso rifiuto a queste tecniche? Forse perché tutte queste motivazioni non sono la causa prima, la radice del male. La radice del male è che la generazione extracorporea (chiamata Fivet o, con linguaggio ingannevole, ‘procreazione medicalmente assistita’) stravolge il mirabile disegno di Dio.

E questo nessuno lo dice (o, almeno, non sentiamo che qualcuno lo dica).

Il sorgere della vita umana, di ogni vita umana, è atto creativo di Dio. Allora dobbiamo guardare a quello che è il disegno di Dio, a quella che è la Sua Santa Volontà. Ed è Sua Santa Volontà compiere il prodigio del concepimento di un figlio (e siamo tutti figli; non tutti siamo genitori, ma tutti siamo figli!) con la collaborazione degli sposi attraverso l’atto unitivo proprio del matrimonio. I genitori sono chiamati ad essere Suoi con-creatori. E’ un mirabile atto di fiducia che Dio compie verso gli sposi che Lui vuole uniti fra loro con una promessa di amore per sempre, amore per sempre che ha radice nel Suo Eterno Amore (matrimonio indissolubile).

Con la scelta, fra milioni di combinazioni possibili, delle due cellule germinali di 23 cromosomi ciascuna recanti il patrimonio genetico paterno e materno, e la loro fusione in una prima cellula di 46 cromosomi, ecco che la persona del figlio, di ‘quel’ figlio, che così ha inizio, è posta da Dio nel grembo della donna, della donna da Lui chiamata ad essere la madre che custodisce e protegge la vita del suo bambino, di ‘quel’ bambino che lei ancora non conosce, ma che Dio conosce e ama da prima di chiamarlo all’esistenza.

“Prima di formarti nel grembo materno io ti conoscevo”, dice il Signore al profeta Geremia e così dice anche a me, a ciascuna persona.

“Non siamo venuti alla luce per caso, ma secondo un preciso progetto di Dio. Prima di venire concepiti sotto il cuore della nostra mamma, siamo stati concepiti nel Cuore di Dio”: così ha detto un giorno il Card. Carlo Caffarra, ora Arcivescovo di Bologna.

“Ti lodo Signore perché mi hai fatto come un prodigio!”, esclamiamo con il salmista, il quale così prosegue: “Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro. I miei giorni erano fissati quando ancora non ne esisteva uno …. Sono stupendeSignore le tue opere, tu mi conosci fino in fondo!” (dal Salmo 139)

Sappiamo che nel grembo della donna, dopo l’atto sponsale, sono presenti milioni di spermatozoi, fra i quali sarà uno solo che penetrerà l’ovocita fecondandola. E’ avvenuta una scelta fra milioni di combinazioni possibili; è ragionevole pensare che se un’altra cellula-spermatozoo avesse penetrato l’ovocita di mia madre non sarei nata io, ma un altro figlio per i miei genitori.

Ebbene questa scelta, questa selezione naturale, non può avvenire nella generazione extracorporea dove pochi spermatozoi sono messi a diretto contatto dell’ ovocita. Si giunge alla follia di introdurre forzatamente uno spermatozoo nell’ ovocita!!!

Ricordiamo che la legge 40 del 2004 è stata preparata in ambienti pro-life.

Sentivamo dire che in assenza di una legge che regolamentasse la fecondazione artificiale ci si trovava in una situazione in cui niente era vietato e tutto quello che era tecnicamente fattibile poteva essere fatto (era chiamato il “Far-West” della provetta) per cui era necessaria una legge. L’unica legge che sarebbe stata una legge giusta era vietare sempre la provetta, ma fu subito scartata l’idea di proporre una simile legge, anche se, nella previsione che sarebbe stata bocciata, poteva essere comunque una testimonianza. Si lavorò invece per un compromesso con chi voleva continuare a fare fecondazione e, in cambio di ottenere il beneficio di un’autorizzazione legale con annesso inserimento nel Servizio Sanitario Nazionale, poteva ben accettare dei limiti. Ecco che si ebbe la legalizzazione dell’omologa con divieto dell’eterologa, e altri divieti che sappiamo (poi abbattuti a colpi di sentenze della Corte Costituzionale!).

Nei nostri ambienti cattolici il messaggio che passò fu che la fecondazione in vitro va bene, purchè sia fra marito e moglie (per difendere la famiglia … così si diceva!).

C’è stata una ferrea censura sulla stampa cattolica più diffusa, come il giornale Avvenire, sul male gravissimo che è la fecondazione extracorporea sempre; si taceva sulle gravi conseguenze – che man mano venivano alla luce – sui figli, sulla maternità, sul matrimonio. Solo si criticava quello che la legge 40/2004 vietava, in particolar modo l’eterologa.

“La legge 40 veniva chiamata “una legge buona anche se imperfetta” inventando così una nuova categoria di leggi – le leggi imperfette – una categoria che non esiste perché le leggi o sono giuste o sono ingiuste”, così diceva il compianto Prof. Mario Palmaro.

Quando nel 2005 c’è stato il referendum, il volantinaggio di Scienza e Vita, ampiamente diffuso nelle nostre parrocchie, diceva che bisognava difendere la legge 40. Perché? Perché vietando l’eterologa si difendeva la famiglia, perché il limite della ‘produzione’ a non più di tre concepiti evitava l’aborto selettivo dopo l’eventuale annidamento di più embrioni (aborto chiamato: ‘riduzione delle camere’!), perché vietava la selezione pre-impianto così da non potersi dire eugenetica… e così via.

Fu vincente la strategia di non recarsi al voto per fare decadere il referendum, ma la verità era “per non peggiorare ulteriormente una legge già gravemente ingiusta”, mentre il messaggio trasmesso da Scienza e Vita fu: “per difendere la legge 40”.

E questa legge, dopo dieci anni, continua ad essere difesa.

Con la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha tolto il divieto all’eterologa, ci si poteva aspettare (finalmente!!!) una levata di scudi da chi in tutto questo tempo ha messo in luce la ‘bontà’ della legge soprattutto per il divieto all’eterologa… invece niente! … abbiamo solo letto su Avvenire che adesso, per l’eterologa, è necessaria una regolamentazione legale (!)

Ecco, la scelta del compromesso, la scelta di difendere il male minore anziché la verità, ha portato i suoi sostenitori a difendere il male anziché il bene. E quello che è parso essere male minore potrebbe in seguito rivelarsi piuttosto il male maggiore. Infatti, vediamo ora – dopo dieci anni dalla promulgazione della legge 40 – che, mentre le conseguenze aberranti della fecondazione artificiale vengono sempre più in luce, contemporaneamente è sempre meno percepita la disumanità di tale tecnica di procreazione.

“L’esistenza di leggi giuste è uno dei tesori preziosi di un popolo: leggi cioè che orientano le scelte dei cittadini verso il vero (non apparente) bene comune. La legge infatti è l’orientamento impresso nelle scelte dei cittadini in ordine al bene comune” – così il Vescovo Caffarra nel 2003, che proseguiva: “ E’ lalegge che determina quali azioni devono essere compiute, quali non devono essere compiute per il bene comune. E’ assolutamente importante chiarire a tutti che una legge che autorizza la procreazione artificiale è una leggegravemente ingiusta.

Certi comportamenti o campagne a favore di leggi che non sono giuste da ogni punto di vista, come se fossero le leggi della procreazione artificiale cattolica, sono scandalose dal punto di vista teologico (possono indurre molti, soprattutto i più semplici, a gravi errori in settori fondamentali) e pedagogicamente devastanti. Inoltre è necessario tenere ben distinte le responsabilità.”

E concludeva che:
“Altra è la responsabilità e il compito di un parlamentare che ha doveri legislativi, altra è la responsabilità e il compito di soggetti culturali (es. movimenti, associazioni) che hanno doveri educativi. Questi ultimi devono tenere viva nell’ ethos del nostro popolo, non semplicemente la giustizia legale, ma la giustizia reale.”” (8/2/2003 – dal discorso del Card.Carlo Caffarra a Verona- Ospedale S.Cuore di Negrar)

Paola Baravelli Pareschi

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