La Legge 40, approvata 10 anni fa, è stata per ben 28 volte ridiscussa di fronte a tribunali, Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e Corte Costituzionale italiana: da noi sono ora ammessi la diagnosi pre-impianto, la crioconservazione degli embrioni, la fecondazione eterologa, quest’ultima resa possibile dalla sentenza 162/2014 del 9 aprile scorso della Corte Costituzionale. Nel suo preambolo si legge: [..]“la preclusione assoluta di accesso alla PMA di tipo eterologo introduce un evidente elemento di irrazionalità, poiché la negazione assoluta del diritto a realizzare la genitorialità, alla formazione della famiglia con figli, con incidenza sul diritto alla salute, nei termini sopra esposti, è stabilita in danno delle coppie affette dalle patologie più gravi, in contrasto con la ratio legis. Il divieto in esame cagiona, in definitiva, una lesione della libertà fondamentale della coppia destinataria della legge n. 40 del 2004 di formare una famiglia con dei figli”.
Fare famiglia, diventare genitori, cioè generare dei figli, sono diritti o possibilità offerte alla libertà di ciascuno? Fare famiglia non è un automatismo, perché per farlo si ha bisogno di un altro (o altra) che ci stia; una volta poi che la coppia si è costituita non è detto che arrivino i figli…Anche la salute non è un diritto, può esserci e poi venir meno, talvolta senza rimedio. E’ invece l’assistenza alla salute che può essere garantita. Mentre ciò che accade – cioè la realtà – fa intravvedere che sempre abbiamo bisogno di un altro da noi per compierci, per stare bene, al contrario si vuole a tutti i costi dimostrare che di autonomia totale si può vivere, che l’autodeterminazione permette a ciascuno di raggiungere l’obiettivo prefissato, che diviene un diritto.
Di questi diritti oggi lo Stato si fa garante senza porsi il problema delle ricadute nel contesto sociale, sia di tipo umano che economico. A quest’ultimo riguardo ad esempio c’è discussione sulle riviste scientifiche: perché uno non dovrebbe pagare esami e terapie per una tecnica che non ha a che fare con uno stato di malattia? In termini di economia sanitaria, quando una gestione è “opzionale”, chi la sceglie paga. (1) In Italia sono 9000 le coppie in attesa di eterologa: quanto basta per il costituirsi di una popolazione “sui generis”, per la quale è previsto un Registro nazionale, come si fa per le popolazioni a rischio, da monitorare. E di punti di rischio nel percorso della eterologa ce ne sono tanti, non azzerabili con protocolli o Linea Guida: il crearsi di una patologia di popolazione legata al reclutamento dei donatori (che oggi sono in calo visto l’incremento dei contenziosi), la modalità di approvvigionamento dei gameti, la loro conservazione, la trasmissione di malattie genetiche e infettive,.il problema del “segreto” della coppia relativa all’anonimato del donatore, fonte di conflitti interpersonali interminabili… In un recente studio finlandese sulle coppie dell’eterologa, il 40% delle coppie intervistate ha rifiutato di collaborare allo studio: inevitabilmente dire la verità al figlio “eterologo”costituisce un problema.(2) E una volta saputa la verità, quale destino avrà un figlio che desideri conoscere il proprio genitore genetico? L’introduzione della eterologa rappresenta l’aspetto più pericoloso della fecondazione assistita perchè mina in modo subdolo una modalità di convivenza e destabilizza l’intera società civile, fino a porsi come preludio al riconoscimento del diritto alle unioni tra persone dello stesso sesso e al loro successivo desiderio-diritto di avere un figlio, cioè fino al riconoscimento del concetto di famiglia allargata o eterogenea a livello sociale.
Il fatto di non poter generare pone un interrogativo profondo, provoca una domanda di senso sulla vita, che non è banale né semplice. Oggi il vero dramma è che non ci si domanda più di che cosa è segno questa incapacità a generare. Così esaudiamo il desiderio di un figlio con la tecnica, resettando la domanda di significato che farà provvidenzialmente capolino in altri aspetti della nostra vita. Infatti, la vita, non smette mai di provocare tutti alla vera umanità.
C. Isimbaldi, G. Mari
(1) – www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20653259
(2) – www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23906900