Stampa italiana “politically correct” ?

da  Enzo Pennetta su Libertà e Persona

Nel corso di ripetuti episodi il Corriere della Sera, primo quotidiano d’Italia, contribuisce alla creazione di un “nemico” della società.
Ovvero, quando un quotidiano diventa “partito” e alimenta lo scontro.

Quando il filosofo Augusto Del Noce (1910 – 1989) previde che sarebbe sorto un “Partito Radicale di Massa”fece una delle previsioni più lucide su quale sarebbe stato lo sviluppo della politica all’inizio del XXI secolo. Il PRdMche si è poi realizzato non è un partito costituito come gli altri, non è un movimento che si schiera alle elezioni con un proprio simbolo e dei propri candidati, si tratta di una partito trasversale che si riconosce nel “programma” delpolitically correct e che quindi a prescindere dalla compagine governativa e dalle alterne fortune dei singoli partiti è sempre rappresentato sia al governo che all’opposizione. A pensarci bene Del Noce avrebbe anche potuto ipotizzare quali sarebbero stati i media che avrebbero sostenuto il nuovo Partito di Massa partendo dal presupposto che non avrebbero potuto continuare ad essere gli stessi che sostenevano i partiti tradizionali perché proprio in quanto trasversale avrebbe dovuto avere più sponde.

Facilmente si sarebbe potuto pensare che La Repubblica sarebbe stata il candidato a tale funzione e in larga parte questo è avvenuto, più difficile invece sarebbe stato ipotizzare che anche il Corriere della Sera si sarebbe allineato al pensiero del neonato partito.

Analizzando l’operato del Corriere della Sera si può verificare un’azione costante a favore delle posizioni del PRdM, il primo caso, facendo riferimento solo agli ultimi mesi, segnalato a suo tempo, è quello della “sparizione” di 40.000 manifestanti alla Marcia per la Vita del Maggio 2014 ( Marcia per la vita: 40.000 persone sparite nel nulla ), in quell’occasione il quotidiano di Via Solferino nascose sostanzialmente ai lettori il peso dell’iniziativa dando spazio ad eventi molto meno rilevanti e segnalando superficialmente i contenuti mentre venivano riportati dei dettagli scelti che si prestavano alla ridicolizzazione.

Il secondo caso in cui il Corriere ha mostrato di operare non in modo neutrale è stato in occasione dell’iniziativa delle Sentinelle in Piedi dell’Ottobre 2014, iniziativa che fu disturbata da atti di intolleranza e violenza fisica, oltre che verbale, nei confronti dei partecipanti (vedi Corriere della Sera: sulle sentinelle in piedi grande lezione di manipolazione delle notizie), in quell’occasione il Corriere parlò confusamente di “incidenti” lasciando intendere che esistesse addirittura un collegamento tra le Sentinelle e l’organizzazione di Forza Nuova.

Il terzo caso è recentissimo, quello del convegno “Difendere la famiglia per difendere la comunità” organizzato a Milano il 17 Gennaio 2015. Anche in questa occasione l’incontro è stato presentato in chiave negativa come iniziativa omofoba, lo stesso giorno veniva ad esempio pubblicato un articolo dal titolo “Stefano Gabbana: «Il convegno anti-gay in Regione? Una pagliacciata»“. L’articolo è una vera e propria azione di “spin” (cioè di elaborazione di un’immagine diversa da quella reale) giocata sulla personalità di un “testimonial” come Stefano Gabbana che, come si fa nelle pubblicità, ha messo a disposizione la sua visibilità e notorietà per veicolare un messaggio in modo ancor più efficace. I termini usati sono stati forti, parole delle quali il Corriere della Sera non risulta autore ma che comunque veicola sulle sue pagine: “convegno anti-gay”, “pagliacciata” e “convegno da ignorare”.

Eppure il clima era già teso e l’intolleranza che andava crescendo intorno all’evento sfociava in atti concreti che avrebbero consigliato di abbassare la tensione, proprio la sera prima sui muri sotto la redazione di Tempi (tra i promotori dell’iniziativa) erano state fatte delle scritte offensive ed erano stati lasciati escrementi, come riportato anche sul CdS stesso. Ciononostante oltre alle parole di Gabbana sulla home page del quotidiano compariva una scritta che oltre ad etichettare il convegno come “anti-gay”, attribuiva alle “famiglie cattoliche” l’affermazione “fatevi curare” rivolta agli omosessuali, presentando a supporto di tale affermazione un video nel quale un singolo sconosciuto aveva un alterco con un gruppo di contestatori nel corso del quale veniva profferita la frase in questione.

Basta questo per poter affermare sulle pagine del Corriere che “le famiglie cattoliche” hanno sostenuto il “fatevi curare”? Chi è quel signore e perché il principale quotidiano d’Italia senza neanche provare a chiarire a che titolo egli parli afferma che quel che dice sia a nome delle famiglie cattoliche?

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