Vietato dire che la nostra civiltà è superiore

Crimini nella civiltà occidentale. Ma le altre sono peggiori
I nemici dell’Occidente partono da un dato di fatto: la sua storia è piena di crimini. Però si dimenticano di paragonarla alle altre.
Grazie al cristianesimo, siamo stati i meno violenti di tutti. E abbiamo raggiunto vette ineguagliate nella scienza e nella cultura

da “La Verità” dell’11 Marzo 2024

I nemici dell’ Occidente partono da un dato di fatto: la storia della nostra civiltà è piena di crimini. Però si dimenticano di paragonarla alle altre. Grazie al cristianesimo, siamo stati i meno violenti di tutti. E abbiamo raggiunto vette ineguagliate nella scienza e nella cultura. Il Vangelo di San Matteo comincia con la genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar… Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone con quella che era stata la moglie di Uria l’ittita. Salomone generò Roboamo… Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. La lista sembra inutilmente noiosa, mentre è invece importantissima, perché ci ricorda l’assoluta imperfezione di questi uomini.

Gesù è un discendente di Abramo. Abramo, da cui discendono tutte le religioni abramitiche, spacciò sua moglie Sara per sua sorella, quando il re Abimelech di Gerar se ne invaghì, la sposò e giacque con lei, temendo di fare una brutta fine se fosse stato ritenuto un intralcio a quell’amore. Il re, quando lo scoprì, furioso, li cacciò entrambi. Dopo che Dio gli aveva promesso una discendenza praticamente infinita, dato che la moglie Sara era troppo anziana per avere un figlio, invece che fidarsi di Dio, cui nulla è impossibile, Abramo, su consiglio della moglie, ricorse alla serva Agar, e con lei ebbe un erede, Ismaele. Quando finalmente Sara darà la vita a Isacco, Ismaele e sua madre saranno abbandonati nel deserto a morire, sempre su consiglio di Sara. Dio salvò Agar e suo figlio: Ismaele diventerà il capostipite dei nemici giurati del popolo di Israele, e Abramo sarà costretto a dimostrare quella fede che non aveva avuto con il sacrificio di Isacco.

Tra gli ascendenti di Cristo c’è anche Giuda, figlio di Giacobbe, che è quello che comprò la primogenitura del fratello Esaù affamato con un piatto di lenticchie e ingannò con la complicità della madre il proprio padre morente. Cristo è chiamato il Leone di Giuda della stirpe di Davide. Giuda, figlio di Giacobbe, insieme ai suoi fratelli pensò di uccidere il fratellastro Giuseppe. Cambiò idea per l’intervento di un altro fratello, Ruben, che obiettò che non era bello sporcarsi le mani col sangue di un congiunto e che vendendolo come schiavo avrebbero anche guadagnato qualcosa.

Re Davide è il meglio del meglio. È lui che ha fondato Gerusalemme. Gesù è sempre ricordato come della stirpe di Davide. Il suo duello con Golia è uno dei punti più epici della Bibbia. Eppure re Davide si macchia di due colpe gravissime. Nel Vangelo di San Matteo è specificato che Davide generò Salomone con quella che era stata la moglie di Uria l’ittita, la bellissima Betsabea, di cui si era invaghito e per averla mandò a morte certa il soldato fedele Uria. Nella genealogia di Cristo c’è Davide, ma anche Betsabea. Suo figlio Salomone ebbe numerosissime spose e concubine che lo portarono a sacrificare agli idoli.

Questi uomini e donne sono la genealogia di Cristo, hanno quindi mentito, ucciso, commesso adulterio, venduto i fratelli, comprato la primogenitura. Sono uomini e donne imperfetti, cioè peccatori. Hanno commesso nelle loro vite peccati e cose magnifiche. Hanno chiesto perdono per i loro peccati, e Dio li ha perdonati, Cristo li ha accettati nella Sua genealogia, e noi li ricordiamo per le cose magnifiche. Tutti noi siamo imperfetti, tutti commettiamo peccati.

Tutte le civiltà hanno commesso crimini, ma in misura diversa. Tutte hanno fatto cose magnifiche, ma in misura diversa. La nostra ha toccato l’apogeo per quanto riguarda cultura, scienza, letteratura, musica, architettura, arte. La criminalizzazione della civiltà occidentale e solo di quella, quindi, comincia con un’affermazione vera: ci sono stati crimini. Certo che ci sono stati, ma la nostra civiltà grazie al cristianesimo ne ha commessi meno a fronte della costruzione di una civiltà straordinaria. Il cristianesimo è stato spazzato via dalla Siria, sua seconda culla, e spazzato via dal Nord Africa, sua terza culla. Ha resistito in Europa perché noi eravamo una civiltà violenta, nata fondendo la violenza dei romani e quella dei barbari e quindi abbiamo resistito allo scontro con l’islam. Il cristianesimo si sviluppa in un continente violento, ed è quindi violento, è infinitamente meno violento però di quanto lo sono stati romani e barbari. Quando il cristianesimo sarà sospeso dalle due terrificanti religioni atee del XX secolo, il comunismo sovietico e il nazismo tedesco, la violenza diventerà inenarrabile. Il cristianesimo è stato meno violento di tutte le altre culture extraeuropee, semplicemente di queste culture noi non conosciamo la storia.

Grazie al cristianesimo siamo arrivati ad un alto livello di civiltà umana. Da questo livello, però, criticare i secoli precedenti che avevano un livello più basso è più che sbagliato, ridicolo, come criticare Leonardo da Vinci perché non conosceva il Dna. La morale, come la scienza, si costruisce secolo dopo secolo. Il disprezzo per la realtà di un popolo e della sua storia si chiama etnocidio ed è puro razzismo, ma ora viene ammantato di vittimismo e si chiama cultura woke, che vuol dire sveglio, all’erta. L’illuminismo è stato cultura woke, ha creato esilaranti calunnie contro il cristianesimo, lo jus primae noctis, l’esistenza della cintura di castità e altre scempiaggini. Il marxismo, il comunismo, il nazismo, il ‘68, il politicamente corretto sono tutti cultura woke, odio per il cristianesimo che si manifesta con la criminalizzazione della civiltà cristiana e l’assoluzione di tutte le altre. Se la penultima tappa della sottocultura woke, è stato il politicamente corretto, l’ultimo stadio è invece l’obbligo di menzogna.

Ne parla con spaventosa chiarezza, con la lucidità di una lama, Giulio Meotti nel suo ultimo libro, I nuovi barbari . Non è più l’Occidente cristiano, non è nemmeno l’Occidente liberale più o meno anticristiano. Non c’è più l’Occidente, ma l’occidentalismo. È un tempo in cui vediamo il divieto a usare alcune parole, l’obbligo di usarne altre, anche se questo vuol dire mentire. Si censurano le parole, si vieta la religione, si processa la storia. Il politicamente corretto è un termine vecchio, lo irrideva già Philip Roth decenni fa. Il politicamente corretto è superato. Siamo alla guerra alla realtà e alla ragione e quindi all’obbligo di menzogna, usare i pronomi sbagliati, fingere che le civiltà extra occidentali siano sempre buone e innocenti come i loro appartenenti. Inventarsi che l’islam sia una religione di pace, che ci ami e che la sua presenza in Europa sia compatibile con la sopravvivenza della civiltà europea, anzi le faccia bene. Il gender è una formidabile forma di distruzione woke della civiltà occidentale. È una barbarie liquida, come barbarie sono l’elogio dell’immigrazio – ne beatificata a prescindere, la barbarie multiculturale che ha reso invivibile la vita in molti quartieri, guarda caso quartieri poveri, degradato le periferie e adesso anche i centri. Le chiese bruciano, ma è autocombustione. Sacerdoti e sagrestani vengono sgozzati all’interno delle chiese, ma si tratta sempre di isolati pazzerelli. Si è arrivati alla proposta di abolire le parole Natale e Pasqua, in quanto non inclusive. Si riconosce quindi agli islamici il diritto di disprezzare al punto tale il cristianesimo da ritenere offensivi nei loro confronti i nostri presepi o il nostro augurio di buon Natale. In questa maniera si giustificano le violenze contro i cristiani che osano fare il presepe e augurare buon Natale nelle terre dell’Islam.

Gli uomini e le donne che hanno l’onore di far parte della genealogia di Cristo, avrebbero tolto dalla propria strada, e in maniera molto energica, questi insulsi anatroccoli che pretendono di raccontare come dobbiamo pensare e come dobbiamo parlare, con obbligo di menzogna gender e obbligo di lieta e serena resilienza davanti a un’invasione che brucia le nostre chiese, accoltella i nostri sacerdoti, e rende un inferno le nostre periferie.

di SILVANA DE MARI

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